Quando negli ultimo mesi dell’anno 1965 iniziavano i preparativi per il primo Palio, che si sarebbe corso nel successivo mese di marzo 1966, gli ideatori dell’iniziativa, che era scaturita da un idea alloro venuta nella taverna di Caldarella (detta anche Università del vino) fra le primissimo decisioni da prendere vi era quella di attribuire i colori alle quattro contrade (infatti ai primi palio parteciparono solo le quattro porte).

Nella provvisoria sede, posta sopra il Circolo delle Acli, si ritrovarono quindi gli ideatori suddivisi per appartenenza alle contrade ed era prevedibile che il colore bianco e nero dovesse andare alla contrada di Porta a Gavina per la nota vicenda della Nencia che la legava a Siena, il cui stemma è proprio bianco e nero.

Questi colori piacevano anche ai contradaioli di Porta Nova che, con un intelligente intervento del primo Presidente Emilio Terrosi e del Consigliere Romano Giannini, effettuarono quello che si può definire un vero e proprio “blitz” riuscendo ad aggiudicarseli. Porta a Gavina dovette quindi accontentarsi di sostituire il bianco con il rosso.

Accanto al conquistato bianco e nero fu accostata l’immagine della torre del palazzo comunale di Torrita che si trova all’interno dei territori della contrada e le onde perché è la porta che guarda direttamente al mare più vicino a noi.

Una volta decisi i colori e le basilari regole della gara (si ricorda che addirittura il Primo Palio era previsto lo sfondamento di un muro disegnato su carta da parte del Somaro e posto poco prima del traguardo) iniziò l’organizzazione pratica dell’iniziativa .

Con tanto amore e altrettanta passione le donne di contrada, capeggiate dalla nostra sarta, Livia, iniziarono a cucire i primi vestiti delle comparse che dovevano partecipare al corteo storico, ma anche a realizzare e installare, con improvvisati allestimenti, la via della Contrada. Per questa iniziativa, ma anche per molte altre, è doveroso ricordare le contradaioli Giuseppina Terrosi (moglie del primo presidente) Beppina Betti, Maria Leotta e la Mora.

Gli uomini, guidati da Romano (tra l’altro anche uno degli ideatori del palio stesso), costruirono, poi, le prime illuminazioni per i borghi della contrada. Ed anche l’addobbo per il Somaro in quanto vi era anche il premio per il Somaro meglio vestito. Importanti interventi anche di natura ambientale sono stati fatti negli anni dalla Contrada di Porta Nova, basterà ricordare che nei primissimi anni ’70 la Contrada, sotto la Presidenza di Giovanni Guasparri, provvide, a propria cura e spese a togliere il vecchio intonaco che ricopriva la bellissima volta in mattoni posta sopra la nostra Porta e che la fanno essere oggi una delle strutture più apprezzate del nostro Paese . A tale intervento materialmente parteciparono anche alcuni giovanissimi contradaioli fra cui Fabrizio Betti e Roberto Marchi che poi sono stati i primi due paggetti nell’anno 1966 ma anche Romano Giannini e Sauro Terrosi. Altro importante analogo intervento è stata , pochissimi anni dopo, la realizzazione della Sede di Contrada, iniziata sotto la presidenza di Ideale Betti e terminata in seguito con altri successivi Presidenti.

Anche in questo caso un presso che fatiscente ambiente, da anni quasi abbandonato à diventato uno dei luoghi più piacevoli e caratteristici del nostro Paese. In proposito ci fa piacere ricordare l’opera più che meritoria di un compianto e carissimo contradaiolo che tantissimo ha dato anche per questo intervento e cioè Vittorio Frontoni (accademicamente detto l’Indispensabile).

Da allora ad oggi, con l’avanzamento degli anni e l’avvicendamento dei vari presidenti, molte cose
sono cambiate, ma solo una cosa è rimasta invariata: l’amore e la passione per la contrada di tutti i contradaioli.

Betti Fabrizio

da lo “Zibaldone sulla Contrada Porta Nova”

Crediti di immagini:
Immagine di copertina: Autore Ignoto – 1966, Primo Comitato della Sagra San Giuseppe
Immagini nell’articolo: Autori Ignoti – Archivio Storico di contrada